Quando i Costituenti reggiani parteciparono alla stesura dell’ art. 3 della Costituzione, mai avrebbero pensato che ben settant’ anni più tardi, e proprio a Reggio Emilia, quelle parole avrebbero indicato ancora la via maestra da percorrere anche per sostenere le persone con disabilità.
Le ha citate, sabato 25 marzo, presso la Polveriera di Reggio Emilia, Paolo Cendon, professore emerito dell’ Università di Trieste, promotore di leggi sul danno esistenziale, sull’ introduzione della figura dell’ amministratore di sostegno, sull’abrogazione dell’interdizione e dell’inabilitazione.
E non è casuale che proprio a Reggio Emilia, città che vuol essere senza barriere, si affrontino, con competenza, sensibilità ed impegno, temi inerenti il diritto delle persone, anche le più fragili, a veder realizzati i propri desideri, le aspirazioni a vivere vite di relazione soddisfacenti, a non nascondere la propria sessualità,ad abitare luoghi idonei, a godere di istruzione, informazione, di arte e bellezza, a veder tutelata la propria salute, a poter realizzare ciascuno un proprio “progetto di vita”.
Reggio Emilia Città Senza Barriere ha abbracciato l’ idea della definizione di un “Progetto di Vita” per ogni persona in condizioni di fragilità, nella consapevolezza che la nostra città saprà impegnarsi a fondo affinché ciò diventi una realtà praticata.